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Costantino Rozzi, intervista 1992: “L'Ascoli non lo lascero' mai”

di Redazione Picenotime

sabato 29 novembre 2014

Si avvicina l'atteso appuntamento con il 18 Dicembre 2014, quando verrà celebrato ad Ascoli il ventennale della scomparsa di Costantino Rozzi, uno degli uomini che più hanno saputo lasciare il segno nella storia contemporanea del Piceno.

La redazione di Picenotime.it ha garantito, con grande orgoglio, massima collaborazione ad Anna Maria Costanza Rozzi, figlia del Presidentissimo, che ha deciso di voler ringraziare tutti coloro che con tante iniziative hanno voluto ricordare suo padre attraverso un sito internet che sarà ufficialmente online proprio il 18 Dicembre.

Nei prossimi giorni pubblicheremo sul nostro portale una serie di documenti video inediti e esclusivi che ci aiuteranno a comprendere meglio la grandezza di un uomo che per tanti anni ha saputo rappresentare la bandiera del nostro territorio in molteplici vesti, a partire dalla carica di presidente dell'Ascoli Calcio dal 1968 al 1994.

Oggi vi presentiamo uno stralcio dell'intervista che proprio Costantino Rozzi rilasciò nei locali di Villa Pigna all'autorevole giornalista Luciano Bertolani del 'Corriere dello Sport-Stadio' il 6 Febbraio 1992, in un momento in cui la squadra non navigava in buone acque nella massima serie dopo l'esonero di Giancarlo De Sisti (l'intervista completa è presente nel libro "Costantino Rozzi e il Piceno. Analisi di un fenomeno" di Marco Amabili).

L'hanno accusata di non avere il direttore sportivo, come mai?

Senta, mando avanti l'Ascoli da 24 anni e il direttore sportivo non l'ho mai avuto, perchè faccio tutto io. I pochi soldi che ci sono ho sempre cercato di adoperarli bene, altro che buttarli dalla finestra per un ds che, tra una cosa e l'altra, costa un occhio della testa. E lei capisce cosa voglio dire...

In questi ultimi giorni si è tornati a parlare di un Rozzi che lascia l'Ascoli.

L'Ascoli non lo lascerò mai, quindi è bene che gli interessati, se ci sono davvero, si tolgano grilli per la testa. Inoltre non lascerei mai la società in un momento negativo. Questa squadra fa parte della mia vita.

Si rende conto di essere un presidente atipico?

Sono quello che sono e me ne vanto. Berlusconi è un'altra cosa, d'accordo. Ma dategli il mio portafoglio, una piccola città come Ascoli e vediamo se riesce a fare 15 campionati di Serie A.

Presidente, dove va il calcio?

Alla deriva. I costi sono enormi e il peggio si aggiunge al peggio.

Si spieghi meglio.

Le pare logico il quarto straniero per la panchina o addirittura per la tribuna? E una follia. Mi pare che il palazzo stia facendo il gioco dei grandi club.
Continuando così Juve, Milan e Inter giocheranno 6 partite all'anno tra di loro e noi staremo a casa.

Cosa bisognerebbe fare?

Se deve arrivare il quarto straniero per fare il disoccupato tanto vale aprire a tutti. Quanto meno caleranno i prezzi e le pretese dei nostri calciatori.

Un suggerimento alla Federazione?

Mettere gli incassi in un fondo comune e spartirli a fine stagione in base ai risultati ottenuti da ciascun club. Se lo fanno gli americani nel basket potremmo farle anche noi. Mi sembra chiaro, comunque, che urgono correttivi. Matarrese ne prenda atto altrimenti sarà troppo tardi.

L'allenatore che ha stimato di più?

Mazzone, anche se con lui ho avuto qualche diverbio.

E il giocatore che ha amato di più?

Campanini.

Presidente, ma lei non ha sbagliato mai?

Ho sbagliato molto ma, fatti tutti i raffronti, meno di quanto avrebbero sbagliato altri al mio posto.

Discorso presuntuoso...

Forse ma è la verità. Ci sono quei 15 anni di Serie A che lo dimostrano.

L'ultimo errore?

Probabilmente per qualche mese ho trascurato i giornalisti locali e le tv private scegliendo la dimensione nazionale che viene dal "Processo del Lunedì". Forse il pubblico si è sentito trascurato. Me ne sono accorto e sto correndo a ripari: sono un Presidente di provincia e devo stare soprattutto con i miei tifosi. Lo farò.



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Costantino Rozzi durante un'intervista

Costantino Rozzi durante un'intervista